La nuova campagna di sensibilizzazione per gli imprenditori firmata Real Time
In questi giorni siamo tutti pervasi da un grande desiderio: quello di ripartire, di ritornare alla naturale operosità che ha sempre contraddistinto il nostro tessuto imprenditoriale, di ricominciare a vivere finalmente secondo i tempi scanditi dal fare, dal realizzare, dal produrre.
Siamo altresì persuasi che questo anelito d’entusiasmo possa in qualche modo scontrarsi con quanto dovremo ancora affrontare: la convivenza con un virus che non si vede a occhio nudo, ma che si è fatto sentire in tutta la sua forza dirompente, sconquassando le nostre vite, le nostre libertà personali e anche - inevitabilmente- il nostro business.
Ci siamo ritrovati tutti di fronte a un interrogativo: ricominciare come prima e partire in quinta (sperando, in qualche modo, di colmare il gap dal tempo inattivo), oppure far tesoro di questa nuova condizione oggettiva?
Un interrogativo di non poco conto, che merita certamente una risposta peculiare e specifica per ogni azienda.
Volendo però fare, in questa sede, una considerazione di carattere generale, noi pensiamo che ci sia almeno un grande insegnamento che tutti noi possiamo trarre dall’intera vicenda:
la condotta del singolo e la condotta del gruppo sono finemente interconnesse.
Ed è proprio su questa profonda interconnessione che si gioca, oggi, la partita più grande.
La condivisione dei valori, delle informazioni e delle condotte verso un obiettivo comune è la base su cui possiamo costruire imprese floride, esistenze serene e società migliori.
Solo da qui può innescarsi una vera fase 2.
Ma come si coniuga, nello specifico, quanto detto sopra con il mondo del business?
Pensando che il destino del singolo (inteso come lavoratore) e del gruppo (inteso come azienda) debbano essere ripensati all’insegna di nuove regole.
In questi giorni, ad esempio, abbiamo sentito parlare molto spesso di smart working, una modalità di lavoro invocata da molti e spesso erroneamente identificata come l’elargizione magnanima che permette ai singoli di lavorare come in ufficio, ma da casa propria.
Ma quali e quante aziende -prima della pandemia- avevano predisposto la propria organizzazione e i propri flussi in questo senso? Quante aziende erano pronte a lavorare con organici ridotti oppure con risorse umane in modalità remota? Quanti collaboratori potevano contare su un esatto planning delle proprie attività giornaliere? Quanti imprenditori erano disposti a rinunciare al controllo delle proprie risorse in uno stesso luogo fisico e ad abbandonare una valutazione per “ore lavorate”, abbracciandone una per “risultati raggiunti”?
QUALCOSA È CAMBIATO.
In pochi mesi, il mondo dell’impresa si è trovato a dover fare i conti con tante trasformazioni - pratiche ma ancor di più strategiche- non tutte semplici da mettere in pista, eppure tutte ricche di opportunità per chi avrà il coraggio di coglierle con la maturità emotiva che questi momenti storici richiedono.
COME CI SIAMO POSTI NOI DI FRONTE A QUESTO CAMBIAMENTO?
Con il desiderio di mettere in campo tutto quello che sappiamo per aiutare gli imprenditori a leggere gli eventi contemporanei in una prospettiva costruttiva.
La nostra volontà è semplice: divulgare una cultura della produttività che si basi su nuovi modelli,
quelli che tengono conto delle nuove esigenze del mondo del lavoro: collaborazione e allineamento sincroni, condivisione veloce delle informazioni, snellimento dei processi decisionali e molto altro.
Ma vogliamo essere chiari: questo verbo cerchiamo di diffonderlo da tempo, 35 anni per la precisione.
Istanze come digitalizzazione e remotizzazione del lavoro non nascono oggi: è certo che però, proprio oggi, acquisiscano una valenza ancora più significativa.
Se sei un imprenditore e hai bisogno di un confronto, contattaci senza impegno.
Saremo felici di fare, insieme a te, un’analisi della tua azienda per comprendere come sostenere programmi di sviluppo concreti ed efficaci.